giovedì 1 aprile 2010

LE MANTOVANE VENETE



Pasticciare con il lievito di birra è la cosa che preferisco fare in cucina.
Mi diverto a cucinare e soprattutto mi piace mangiare: pizze, pane, focacce dolci e salate, brioches...
In vita mia ho provato centinaia di impasti diversi alla ricerca di quello definitivo.
La vera sfida quando impasto è ottenere un impasto leggero e digeribile e che si conservi il più a lungo possibile. Sarà capitato a tutti che il pane fatto in casa pesasse tantissimo o diventasse troppo duro già al secondo giorno.
Le mie ricerche dell'impasto perfetto partono dalla scelta della farina e continuano passando attraverso innumerevoli trucchi letti in giro: impasto molto idratato, impasto senza impasto, lievitazione lenta e lievitazione rapida, uso di poco lievito, uso del malto d'orzo, pentolino d'acqua dentro al forno, impasto a mano, impasto con impastatrice, lievitazione al sole, coperta, scoperta, impastare a lungo, impastare pochissimo... insomma... non penso di aver mai usato lo stesso impasto per due volte di seguito.
I risultati sono più o meno soddisfacenti, il mio problema è che continuo a leggere ricette e ogni volta scopro un nuovo metodo da provare.
Per esempio mi manca l'esperienza con la pasta madre, con il lievito liquido e, ultima delle mie scoperte, con lo sfarinato d'impasto (mi spiegherò meglio quando farò le prove).
Il mio sogno è avere un forno a legna... magari un giorno!!

Comunque l'esperimento di domenica sono state le mantovane, ovviamente in variante veneta!
Vabbè!!
Non ho fotografato le varie fasi perchè ero a casa sola e se non c'è Enrico, non mi penso proprio di fare le foto. L'impasto è un impasto “normale”, vedrete la ricetta, non c'è niente di strano. La particolarità della ricetta sta nella lavorazione. L'impasto viene steso e arrotolato per due volte, io ho utilizzato la nonna papera.

Le mantovane
400 gr di farina 00
100 gr manitoba
15 gr di lievito di birra
220 ml di acqua
1 cucchiaio di strutto
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di malto o miele

Ho impastato con il bimby, comunque il procedimento in questo caso non ha molta importanza. Bisogna ottenere un impasto solido, non appiccicoso. Deve lievitare almeno 30 minuti.
Quando faccio lievitare un impasto cerco di metterlo al caldo, magari avvolto con una bella coperta e soprattutto cerco di non disturbarlo, come se stesse dormendo. Quindi non spostarlo o fargli prendere aria, non fare troppo casino... deve stare tranquillo.
Una volta lievitato ho ripreso l'impasto e l'ho diviso in 8 pezzi. Con la nonna papera ho steso ogni pezzo, facendolo passare per due volte sull'uno e per due volte sul due. Ho arrotolato ogni pezzo, per poi ripassarlo nella nonna papera sempre sull'uno e sul due. Viene fuori una striscia lunga da arrotolare nuovamente. Quella sarà la nostra mantovana. Una volta formati tutti gli otto panini ho rimesso a lievitare direttamente sulla placca del forno, coperti di pellicola trasparente e strofinaccio. Passati altri 30 minuti minimo, si può accendere il forno a 240° circa. Quando il forno è caldo si fa un taglio lungo tutto il panino, così in cottura si apre bene e prende la tipica forma.
A questo punto ho infornato. La mia malattia per gli impasti prevede anche l'ammirazione mentre cuociono: mi piace vedere come crescono e si trasformano dentro il forno.
Quando mi sembravano pronti (20 minuti circa con il forno bello caldo), ho spento il forno e li ho tirati fuori. Ne abbiamo mangiati subito tre, belli caldi con la mortadella. Eccezionali. Gli altri sono finiti nei giorni successivi e hanno tenuto abbastanza. Al secondo giorno li ho comunque un po' scaldati per renderli più buoni, ma in fondo lo faccio anche con il pane comprato! Da rifare...

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