venerdì 6 settembre 2013

La cavolizza


Come trasformare un cavolfiore in una pizza:
ISTRUZIONI:
  1. Prendete un bel cavolfiore, lavatelo e dividetelo in cimette.
  2. Cuocetelo al vapore.
  3. Fatelo raffreddare.
  4. Inseritelo in un mixer assieme ad un UOVO (di gallina felice) e mezza MOZZARELLA e frullate.
  5. Versate il composto ottenuto in una teglia da forno in cui avrete sistemato un pezzo di carta forno.
  6. Cuocete in forno caldo a 180° per 20/30 minuti.
  7. Estraete la base dal forno e conditela come fosse una pizza: salsa di pomodoro, la mezza mozzarella avanzata e altro a scelta.
  8. Rimettete in forno per 5 minuti.
  9. MANGIATE e GODETE!

Con questa ricetta fate anche un'opera di bene: il povero cavolfiore, da sempre snobbato e deriso, aumenterà la sua popolarità e si farà tanti nuovi amici!
Provare per credere!

P.S. Il giorno dopo, riscaldata in padella, era ancora più buona!


lunedì 2 settembre 2013

Insalata rock: involtini di lattuga

Stanchi della solita insalata?
Personalmente non direi mai di no ad una bella insalata mista, ma se c'è da provare cose nuove sono in prima fila.
Così dopo aver visto chissà dove una foto di questi involtini vegetali, mi sono subito documentata e mi sono messa all'opera per creare una mia versione.
Ho trovato un video (questo) che ho seguito, adattando la ricetta a quello che avevo in casa e a quello che ho capito!
Vi lascio la mia ricetta, anche se non si può proprio parlare di ricetta visto che ho fatto tutto ad occhio. Come al solito vale l'idea, da rubare, provare, rifare e rifare e rifare e rifare...



INVOLTINI DI LATTUGA
2/3 foglie di lattuga a testa (scegliete voi in base ai vostri gusti, io avevo una iceberg)
un panetto di tofu
olio
salsa di soia (shoyu per me)
semi di sesamo
noci
aglio
zenzero fresco
sedano
carote
prezzemolo


Preparate l'insalata togliendo le prime foglie, quelle più grandi e lavandole delicatamente senza romperle. Asciugatele bene e tenetele da parte.

Preparate il tofu. Questa volta l'ho fatto bollire per 30 minuti circa, poi l'ho scolato bene e l'ho messo a marinare per circa un'ora con olio, salsa di soia e spezie del nostro giardino. Quando è arrivato il momento di preparare gli involtini ho scolato il tofu, tenendo la marinata per il ripieno, e ho tagliato il tofu a strisce.

Ho preparato il ripieno: in un frullatore ho inserito le noci, i semi di sesamo, la marinata del tofu, l'aglio e lo zenzero grattugiati, il sedano, le carote e abbondante prezzemolo. Ho frullato fino ad avere un composto omogeneo ma granuloso.

Ho portato tutto in tavola e ognuno si è composto l'involtino.
Dentro alla foglia di insalata abbiamo messo una dose abbondante di ripieno, qualche striscia di tofu e una manciata di carote grattugiate per dare colore. Abbiamo chiuso ad involtino e addentato.
E che gusto ragazzi! Io e Enrico abbiamo davvero apprezzato molto, anzi, ora che ho raccontato la ricetta mi è venuta voglia, magari stasera per cena...


Provatela: è un'insalata davvero rock!

venerdì 2 agosto 2013

Cotoletta di tofu



Mi vergogno per questa foto, credetemi!
Mi capirete se vi dico che avevamo tanta fame, non c'era proprio tempo di fare di meglio.
Ci tenevo però a darvi questa ricetta, come sempre facile, veloce e buona.

La ricetta viene dalla rivista “Cucina Naturale” di luglio/agosto, dove aveva un altro nome: fish and chips di tofu e alghe. L'articolo infatti gioca sul fatto di preparare una cena di “pesce” senza pesce. Buffo! Io ho omesso l'alga che non avevo in casa.

È un ottimo modo di mangiare il tofu soprattutto se non siete particolarmente abituati a consumarlo. Questa preparazione lo rende irresistibile.


Vi racconto la ricetta...

Se siete in due e siete incerti del risultato, prendete un   PANETTO DI TOFU   bello sodo. Se invece avete già sperimentato la ricetta e siete in due potete prendere 2 panetti di tofu.
Schiacciateli bene e asciugateli. In un piatto preparate una   MARINATURA   con un giro d'olio, salsa di soia, aceto di mele, sale (poco se usate la salsa di soia), pepe, erba cipollina o altre erbette a piacimento.
Tagliate il panetto di tofu a metà in modo da ottenere due panetti più sottili e immergeteli nella marinatura per almeno mezz'ora, girandoli ogni tanto. Se li lasciate per più tempo prenderanno più sapore.
Una volta sistemato il tofu, si passa a preparare la   PASTELLA   in una ciotola mescolate 200 gr. di farina, 100 gr. di acqua, un pizzico di sale e un paio di cucchiaini di lievito di birra disidratato. (dimezzate le dosi se usate un solo panetto).

Non so voi ma per me, in certi casi, pesare gli ingredienti è una rottura di scatole e in sostanza è solo un noioso passaggio in più. Ormai con l'esperienza so che un cucchiaio da farina (quello che uso io) è circa 50 gr, per l'acqua vado ad occhio. Una pastella per fritti deve essere fluida ma non troppo liquida, e insomma c'è sempre modo di aggiustarla!
Lasciate riposare anche la pastella per almeno mezz'ora.

Preparate: una padella con un po' di olio, un foglio con farina e uno con pangrattato.

Quando la fame inizia a farsi sentire passate alla frittura.

Prendete il panetto di tofu, scolatelo, infarinatelo, immergetelo nella pastella di acqua e farina e poi nel pangrattato. Ripassate nuovamente nella pastella e nel pangrattato e immergete nell'olio caldo.
Friggete tutto il tofu e gustate caldo.

Come contorno abbiamo mangiato delle verdure grigliate e un purè di patate vegan (fatto con olio al posto del burro e con latte di soia al posto del latte vaccino).

Dimenticavo: mi era avanzata una certa quantità di pastella. Ho aggiunto un po' di farina e di pangrattato per avere una pastella più consistente e ho fritto anche quella ottenendo una sorta di pane fritto per niente male.



venerdì 26 luglio 2013

Una zuppa anche in estate: il gazpacho

Quest'anno per una ragione o per l'altra non abbiamo mangiato spesso fuori in giardino.
Le condizioni meteorologiche ci sono state avverse per il primo periodo dell'estate, ora che il tempo lo permette abbiamo il problema della luce. Le giornate qui da noi si sono già notevolmente accorciate e visto che mangiamo mediamente alle 21.00, ci capita di preparare la tavola che è già quasi buio, con il rischio di ingoiare qualche falena assieme al primo sorso d'acqua.
La luce? Pazzi! Noi vogliamo cenare, non essere la cena (delle zanzare, ovvio!). E poi siamo romantici, ci piace mangiare a lume di candela!
E voi? C'è qualcuno che mangia fuori, in giardino o in terrazza? Tra i nostri conoscenti e vicini siamo tra i pochi (per non dire gli unici) che hanno quest'abitudine.

Comunque, un modo perfetto per sconfiggere il caldo anche a tavola è quello di mangiare cibi freschi e semplici, come questo ottimo gazpacho.



Gazpacho

1 kg di pomodori maturi
1 peperone rosso
mezza cipolla
mezzo cetriolo
1 spicchio d'aglio
2 fette di pane raffermo
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di aceto
2 cucchiai di olio evo
100 ml acqua
sale e pepe qb

  1. In una ciotola mettere il pane spezzettato, l'aglio schiacciato e l'acqua fredda e lasciare in ammollo.
  2. Immergere i pomodori in una pentola di acqua bollente per alcuni minuti.
  3. Togliere i pomodori dalla pentola, sbucciarci, tagliarli a metà, togliere i semi raccogliendoli in un piatto e tagliare la polpa a pezzetti.
  4. Passare i semi in un passa verdure e raccogliere il succo di pomodoro.
  5. Tagliare il peperone a pezzetti, affettare il cetriolo e la cipolla.
  6. In un frullatore capiente inserire i pomodori e il loro succo, i peperoni, il cetriolo, la cipolla, il pane ammollato e l'aglio ( a piacere potete metterlo tutto o solo una parte come ho fatto io), aggiungere lo zucchero, l'olio e l'aceto e frullare tutto.
  7. Potete frullare fino ad avere una vellutata o mantenere una consistenza più grossolana.
  8. Aggiustate di sale e pepe e a piacere aggiungete del basilico e del peperoncino.
  9. Lasciate il gazpacho in frigo per almeno ore. Vale la solita regola che il giorno dopo è più buono.
  10. Servire freddo con dei crostini di pane o come preferite.


A noi è piaciuto tanto. Ho fatto tutta la dose e pensavo che avremmo mangiato gazpacho per tutta la settimana. Invece in due pasto lo abbiamo finito, facendo diversi bis!

mercoledì 17 luglio 2013

Tofu diy

Per essere vegetariani o vegani non è indispensabile mangiare il tofu.
E allo stesso modo non è indispensabile essere vegetariani o vegani per mangiare il tofu.

Provare nuovi ingredienti e nuovi sapori è una parte interessante del mio percorso alimentare.
Fino ad 1 anno fa non avevo mai mangiato il tofu in vita mia.
Il primo assaggio non è stato colpo di fulmine, però avevo voglia di riprovare e di dargli una seconda possibilità.
Così ho iniziato a mangiarlo più spesso, ho sperimentato ricette e imparato trucchi.
Lo trovo un cibo versatile e comodo, ci si possono fare tante cose, e il suo non sapore lo rende una base di partenza perfetta per tante ricette.

Oggi non vi darò ricette a base di tofu, voglio partire dall'ABC, da come poter fare il tofu in casa.
Mi piace auto-produrre le cose: quasi sempre si ha un risparmio di soldi, si ha la certezza di mangiare cose buone e anche una certa soddisfazione personale!
Io non trovo il tofu nel supermercato sotto casa, quindi farlo per me è anche questione pratica.

Premetto che è un procedimento semplice e veloce, però sporcherete un po' di cose!

INGREDIENTI:
250 gr. di soia secca
2 lt. di acqua (+ un bicchiere per frullare la soia)
il succo di mezzo limone oppure un cucchiaino di nigari

La ricetta che seguo utilizza il doppio di questa dose, io dimezzo perché non ho pentole abbastanza grandi per fare le varie operazioni.
Provate con la mia dose, poi la prossima volta vi regolate.
La soia secca è piuttosto facile da trovare e costa davvero poco.
Il nigari si trova nei negozi bio o nelle erboristerie. Non costa molto, è un tipo di caglio vegetale usato in giappone, derivato dalla lavorazione dell'acqua marina. Io preferisco usare il limone perché il nigari ha un retrogusto amaro che non mi piace molto.

clicca sulla foto per ingrandire

PROCEDIMENTO

Fase 1: mettete in ammollo in acqua fredda la soia per almeno 12 ore, cambiando l'acqua un paio di volte se possibile. Dopo l'ammollo la soia, che era tonda, assume la forma di fagiolo. Vedrete emergere le bucce che potete tranquillamente eliminare.

Fase 2: scolate la soia, risciacquatela e frullatela aiutandovi con poca acqua. A quanto pare più è fino il composto, più nutriente sarà il prodotto finale.
Nel frattempo fate bollire i 2 litri d'acqua.

Fase 3: Unite la soia frullata all'acqua bollente e mescolate. Si formerà una schiuma molto densa, non prendete paura, è normale. Il composto deve riprendere il bollore e bollire per un paio di minuti.
Attenzione che in questa fase si rischia la fuoriuscita di del latte dalla pentola. A me è successo un paio di volte, nonostante lo sapessi, e vi assicuro che poi dovrete buttare i fornelli!

Fase 4: Separate la parte liquida da quella solida aiutandovi con un colino a maglia fitta.
Otterrete da una parte il latte di soia (con il quale si farà il tofu), e un composto di soia frullata che si chiama Okara, con la quale si fanno tantissime buone ricette. Mi raccomando schiacciate bene l'okara in modo che resti ben asciutta.

Fase 5: Rimettete il latte di soia sul fuoco e fate cuocere 10 minuti.
In questa fase potete aggiungere a piacimento sale, pepe, erbe varie o quello che volete.
Io questa volta l'ho lasciato al naturale perché ho intenzione di usarlo per fare un dolce.

Fase 6: Passati i 10 minuti spegnete il fuoco e aspettate che si raffreddi un po'. Nella mia ricetta dicono di aspettare fino a che smette di fare fumo, comunque non fatevi problemi, non incide sul risultato finale.

Fase 7: versate metà del succo e mescolate. Aspettate ancora un paio di minuti e versate il restante succo. Mescolate ancora. Vedrete che il latte inizierà a cagliare leggermente (emozione!). Lasciatelo ancora in pentola per mezz'ora circa.
Mi mancano le foto di questo passaggio, sono venute sfocate perché il calore ha appannato l'obbiettivo!!

Fase 8: Preparate un colino o uno scolapasta e copritelo con un panno o una garza pulita.
Versate il tofu, richiudete bene la garza e mettete un peso sopra.

Avete finito. Non vi resta che lasciarlo un paio di ore a scolare e poi metterlo su un piatto o un contenitore a vostra scelta. Il TOFU è pronto!
Va conservato in frigo e utilizzato come meglio credete (prossimamente vi darò alcune ricette).

Come vi sembra? Facile vero?


giovedì 4 luglio 2013

Riflessioni di un anno da vegetariana e pasticcio al pesto vegano

Le mie abitudini alimentari nell'ultimo anno sono cambiate in maniera rapida e decisa.
È iniziato con la decisione di diventare vegetariana. Nei primi mesi, soprattutto per motivi di organizzazione, ho eliminato “solo” la carne e i suoi derivati.
Da subito ho capito che sarebbe stato più “complicato” del previsto: eliminare carne e affettati è solo l'inizio, bisogna fare i conti con i prodotti confezionati e con ingredienti nascosti come lo strutto. Il panificio del mio paese produce ogni giorno tantissimi tipi di pane, dei quali soltanto due o tre senza strutto! Ho eliminato, purtroppo, anche le sue magnifiche pizzette e i grissini, che spesso mangiavo come spezza-fame o merenda.
Per quanto riguarda i prodotti confezionati, fortunatamente non ne sono mai stata grande consumatrice. Sono diventata ancora più attenta alle etichette, cosa che mi ha portato ad eliminare non solo alimenti non vegetariani, ma anche prodotti troppo chimici o poco “puliti”.
Dopo alcuni mesi da vegetariana ho capito che volevo esserlo in maniera più completa, eliminando così anche il pesce.
Tuttora con il pesce faccio alcuni piccoli strappi alla regola: qualche volta assaggio il pesce che pesca il papà di Enrico, rigorosamente non di allevamento e rigorosamente di stagione.
Fin da subito mi sono posta limiti con le uova: non ho più comprato uova al supermercato, consumando solo quelle di casa (sono fortunata in questo senso). Ho cercato di limitare per quanto possibile anche i prodotti industriali che le contengono (biscotti, dolcetti in generale e pasta).
Per evitare di farmi venire il colesterolo ho prestato attenzione ai formaggi, preferendo formaggi freschi o formaggi di capra. Il formaggio non è propriamente vegetariano, questo lo so, anche se per comodità ho finora finto di non saperlo.
Da un mese a questa parte sto tentando di eliminare del tutto o quasi anche il formaggio.
Quando ho iniziato questo percorso non pensavo che sarei diventata vegana, è un'opzione che non avevo proprio preso in considerazione. Però ora come ora non ci vedo niente di male, anzi, mi sembra un'evoluzione naturale della mia alimentazione.
Non sono estremista in questa cosa, non mi definirò vegana, anche perché continuerò a mangiare le uova e probabilmente mangerò ogni tanto il formaggio.

Al di là dei motivi della mia scelta, che non ho voglia di spiegare in questo momento, volevo dire pubblicamente che STO BENISSIMO.
Sono donatrice di sangue, quindi faccio periodicamente le analisi e sono tutte a posto.
Mi sento bene e vi dirò: nell'ultimo mese, da quando evito il formaggio, mi sento piena di energie!
Non sono denutrita e non sono dimagrita (anzi, ho messo su qualche chiletto!), e mi sento molto bene con me stessa, felice di non uccidere nessuno per nutrirmi.

Ok, questa lunga premessa serviva a spiegare il titolo del post.
In cucina sto sperimentando nuove ricette per utilizzare nuovi ingredienti.
Tempo fa avevo già provato un pasticcio con ragù di seitan e besciamella vegana fatta con il brodo al posto del latte (non è documentato purtroppo, anche se era proprio buono. Giuro, ho anche dei testimoni!).
In questo caso volevo provare a fare la besciamella con il latte di soia.
Inoltre domenica abbiamo fatto la raccolta del basilico con il quale ho preparato il pesto, così ho unito le cose in questo buonissimo pasticcio!

PASTICCIO AL "PESTO" (ho eliminato troppi ingredienti per chiamarlo pesto, possiamo chiamarlo sugo di basilico) VEGANO



PER IL SUGO DI BASILICO:
Basilico fresco
Olio di oliva (il doppio del basilico)
Un paio di cucchiai di mandorle (i pinoli costavano troppo, le mandorle invece sono dell'albero del mio papà)
Un paio di cucchiai abbondanti di lievito in scaglie (ne parliamo un'altra volta?!?)
Qualche granello di sale grosso (per mantenere il verde, dicono!)

Frullare il tutto et voilà!
Cosa dite? Mortaio? Ma io l'ho detto che non si tratta di pesto DOC!

Il sugo di basilico si mantiene in frigo per una settimana circa, altrimenti si può congelare per averlo pronto all'uso.
Per il pasticcio ne ho usato un vasetto piccolo (da 0,15 lt.)

PER LA BESCIAMELLA VEGANA
50gr. Olio di oliva
50gr. Di farina
500 ml di latte di soia
sale
noce moscata

Si procede come con la besciamella classica. Il latte di soia va scaldato. In un altro pentolino di scalda l'olio e si aggiunge la farina, fino a formare una palla di impasto appiccicoso. Iniziare poi a versare il latte mescolando bene per non fare grumi. Aggiungere tutto il latte e cuocere fino ad ottenere la consistenza desiderata. Aggiustare di sale e a piacere aggiungere la noce moscata.
Io ho tenuto la salsa abbastanza liquida.



INGREDIENTI PER IL PASTICCIO
Per 4 persone:
Un vasetto piccolo di sugo di basilico
una dose di besciamella
pasta per lasagne q.b.
Una manciata di fagiolini lessati
¾ patate lesse tagliate a fette sottili
lievito in scaglie q.b.

Procedere al montaggio del pasticcio in questo ordine:
  • besciamella sul fondo della teglia
  • PRIMO STRATO: pasta, besciamella e pesto mescolati insieme, fagiolini, spolverata di lievito
  • SECONDO STRATO: pasta, besciamella e pesto mescolati insieme, patate, spolverata di lievito
  • TERZO STRATO: pasta, besciamella e pesto mescolati insieme, fagiolini, spolverata di lievito
  • QUARTO STRATO: pasta, besciamella e pesto mescolati insieme, patate, spolverata di lievito
  • QUINTO ED ULTIMO STRATO: pasta, besciamella e pesto mescolati insieme, spolverata di lievito
In forno a 180° per 30 minuti circa.
Meglio mangiarlo tiepido.

Io e Enrico abbiamo gradito. Molto saporito e delicato allo stesso tempo. Unico neo: era un po' asciutto, secondo me perché non ho cotta la pasta per le lasagne prima di infornare, quindi cuocendosi hanno assorbito la besciamella. Può essere?

Scusate per il post lunghissimo!

Buon appetito!

martedì 2 luglio 2013

Fagioli alla Nico

Ciao a tutti.
Non ci si sente da tanto tempo, ormai avrete capito che la costanza non è la mia miglior dote.
A dire il vero questo è stato un periodo di pigrizia in cucina, ma non siamo morti di fame, non vi preoccupate!

Oggi per ricominciare con qualcosa di leggero e fresco vi propongo una ricetta che mi ha passato la suocera: i Fagioli alla Nico.
Sono ironica, ma fino ad un certo punto. I fagioli  non hanno certo fama di piatto leggero, ma in questa versione diventano un perfetto antipasto/contorno estivo. Tra l'altro danno il meglio di se se mangiati tiepidi o freddi, quindi non servirà nemmeno accendere i fornelli.
Ah... non chiedetemi chi è questo Nico, non ne ho la più pallida idea!


Procedimento:

Cuocete i fagioli in pentola a pressione per 10 minuti o fino a quando sono cotti ma non troppo morbidi.
Ovviamente se avete i fagioli secchi dovrete metterli in ammollo la notte precedente.

Tagliate la cipolla a fette grosse e cuocetela in una pentola capiente con l'olio e l'aceto per 10 minuti circa.
Aggiungete anche il cucchiaino di zucchero.

Tagliate a grossi pezzi i peperoni e metteteli in pentola con la cipolla.

Scolate i fagioli e buttateli nella pentola assieme alla cipolla e ai peperoni, cuocete ancora fino a che tutte le verdure saranno cotte ma ancora leggermente croccanti.

Aggiungete un cucchiaino di dado vegetale o regolate di sale e pepe.

A piacere si può aggiungere del rosmarino tritato.

Mangiare tiepidi o freddi.


Sono davvero facili da fare e buonissimi.
Noi li abbiamo mangiati anche come ripieno per una gustosa piadina... gnam!!

mercoledì 5 giugno 2013

Go to essential! Fuck TV cook!!! [un post polemico]

L'attenzione mediatica si è concentrata molto, negli ultimi anni, sulla spettacolarizzazione del cibo,
creando contesti artificiali deputati alla produzione ed alla critica di pietanze.
E questa non è certo una novità.
Da un certo punto di vista, anche Rockitchen (con tutte le varianti del caso) si inserisce in questo filone, nonostante sia nato prima del boom di cucine televisive.

Tuttavia.

Non possiedo la tv, ma gli echi delle numerose trasmissioni "di cucina" mi raggiungono attraverso il web, attraverso la radio, e (ancor più sorprendentemente) attraverso modi di dire, atteggiamenti e imitazioni delle note trasmissioni e dei loro protagonisti; tant'è che allora mi armo di pazienza e vado a guardare video, streaming e commenti vari.

La sensazione che ne ricavo è piuttosto ambigua: se da un lato mi affascina la diffusione della cultura del gusto, dall'altro lato mi spaventa la rincorsa allo spettacolo, l'utilizzo delle materie prime alimentari avulso dalla loro storia e dal loro significato e orientato invece alla sollecitazione di forme di successo mediatico che cambiano per contenuti ma che vengono replicate nelle modalità.
Emergono sostanzialmente competizione, comunicazioni grottesche, eccessiva velocità di realizzazione (va a finire che non si comprende mai bene le procedure), il tutto confezionato rendendo il reality più vero della realtà.

Mi spaventa che non venga trasmessa la fatica e il lavoro che sta dietro alla farina, all'olio, ai vegetali ed all'allevamento sano di animali.
Mi spaventa che il cibo venga indissolubilmente associato allo status, come fosse un orologio, un profumo, un'automobile.
Mi disorienta la giustificazione di un linguaggio volgare sulle cose da mangiare, il "è una merda" appreso e ripreso anche da bambini nei confronti di quanto preparato dalle loro famiglie.
Mi sembra antropologicamente malsano che il legame tra umanità e cibo sia dissolto nella percezione dei telespettatori.
Trovo grottesco che oltre ad essere tutti allenatori, ora siamo anche tutti chef.

Io ripartirei da qui, dal significato di "nutrimento", nelle sue sfumature più varie;
nutrimento che sostanzialmente assume il senso di elemento che il corpo trasforma in energia;
nutrimento dei sensi, delle emozioni, del corpo, dell'idea di Sè, dell'immaginazione di un futuro.

Consapevoli dell'esperienza del nutrimento saremo più capaci di tracciare il confine tra l'essenza e l'eccesso, tra l'utile e il superfluo.

Due proposte etimologiche da cui ripartire:
nutrimento 01
nutrimento 02

giovedì 30 maggio 2013

Tortine Noci&Cioccolata

In un pomeriggio d'autunno di fine maggio ...


Abbiate a disposizione
- 120g di zucchero
- una presa di sale
- 4 uova
- 100g di farina
- bustina di lievito in polvere
- 4 cucchiai di cognac (e due di acqua)
- un po' di buccia di limone grattuggiata
- 100g di noci tritate fine
- cioccolata fondente fatta a pezzetti




Assemblate come segue
1) zucchero e sale mescolati in una terrina,
2) rompeteci dentro le uova
3) sbattete il tutto con energia utilizzando una frusta da cucina fino a dare al composto forma schiumosa di colore chiaro
4) mentre sbattete aggiungete piano piano (un cucchiaio alla volta) il cognac preventivamente allungato con poca acqua
5) setacciate farina e lievito ed incorporatela al composto provvedendo a mantenerne la schiumosità (viene bene con un movimento rotatorio della frusta dal basso verso l'alto)
6) aggiungete le noci, la cioccolata e la buccia di limone

Versate quindi il composto in uno stampo da forno o negli stampini (quelli per i muffin sono perfetti)

Infornate per circa 18/20 minuti a 175°

Spolverate infine con zucchero a velo, se volete potete tagliarli a metà e farcirli con sciroppi, marmellate, creme a vostro piacimento.

martedì 2 aprile 2013

Il pic nic mancato




La primavera quest'anno vuole fare la preziosa, ormai lo abbiamo capito tutti.
Io preferisco prenderla con ottimismo: quando arriverà sarà una festa, braccia e gambe saranno finalmente libere dai maglioni, i prati si coloreranno di coperte per i primi pic nic, i vestiti si coloreranno all'improvviso e anche l'umore sarà meno nero!
Nell'attesa ci godiamo un po' di primavera in tavola, abbandonando un po' alla volta le zuppe calde e i cibi più calorici.
Per esempio vi propongo un'insalata di farro, che ne dite?



INSALATA DI FARRO PRIMAVERA

Non mi odiate, ma ho fatto tutto ad occhio, niente pesi, niente misure!
Però consiglio di abbondare con le dosi che queste cose sono sempre più buone il giorno dopo!

Ingredienti:
  • farro
  • carote
  • piselli
  • sedano
  • spinacini
  • formaggio primo sale
  • olio
  • aglio
  • sale / pepe
  • prezzemolo
  • succo di limone

- In una capiente pentola fate bollire abbondante acqua salata
- Tagliate a rondelle le carote e tuffatele nell'acqua bollente per alcuni minuti (devono restare croccanti)
- Recuperate le carote e bollite i piselli per circa 10 minuti (nel mio caso piselli congelati)
- Togliete anche i piselli e iniziate a cuocere il farro (seguite le istruzioni del farro che avete, i tempi di cottura variano a seconda delle marche e del tipo di prodotto).

Consiglio: ho preso l'abitudine di sciacquare i cereali prima di cuocerli per pulirli da eventuali residui della lavorazione. Se avete tempo fatelo anche voi, vedrete che bel “brodo” nero!

- Mentre il farro cuoce tagliate a pezzetti il sedano e a striscioline gli spinacini.
- Tagliate a cubetti anche il primo sale.
- In una padella scaldate l'olio e fate rosolare l'aglio per alcuni minuti, fino a quando ne sentirete il profumo.
- Spegnete la fiamma, togliete l'aglio e aggiungete nella pentola il prezzemolo. Lasciate raffreddare.
In questo modo avete un olio aromatizzato per condire l'insalata e arricchirla di sapore.
- Quando e pronto scolate il farro e mescolatelo a tutti gli altri ingredienti.
- Condite con l'olio, regolate di sale e pepe e se vi piace aggiungete anche il succo di limone.
- Mescolate bene e lasciate in frigorifero alcune ore prima di mangiarlo.

Facile e leggero, perfetto per il primo pic nic. Che ne dite?


venerdì 8 marzo 2013

Delizioso cibo giapponese




Ho promesso da tempo questa ricetta ad un paio di persone, dopo aver auto-elogiato i miei esperimenti!
Trovo finalemte il tempo (e la voglia) di farlo, anche se posterò come al solito una ricetta approssimativa e vaga. Mi spiace, ma evidentemente è il mio modo di cucinare!

Insomma, ultimamente io e Enrico abbiamo la fissa della cucina orientale, che a dire il vero è la mania e il piacere di mangiare con le bacchette e di utilizzare ciotole e ciotoline.
Da tempo avevo una ricetta da provare nel mio quaderno dei ritagli ed ho approfittato la sera di San Valentino per preparare qualcosa di speciale al mio ometto!

La ricetta originale di questi ravioli prevede un ripieno di carne.
La ricetta che avevo io prevedeva di sostituire il seitan alla carne.
Io ho fatto la terza variante ed ho utilizzato un ripieno di verdure miste. Si fa quel che si può!

L'importante della ricetta comunque è, a mio parere, il metodo di cottura: quel misto di fritto/vapore così insolito e irresistibile!



GYOZA VEGETARIANI

L'impasto
200 g farina 0
1 cucchiaio di olio di riso (oppure semi)
½ cucchiaino di sale
150 g acqua

Impastare tutto fino ad avere un impasto liscio. Lasciar riposare coperto per almeno 30 minuti.

Il ripieno
Non ricordo esattamente cosa c'era nel ripieno. Sicuramente porro, cavolo cappuccio o verza, zucca e radicchio.
Ho cotto tutto su fuoco vivace per il tempo minimo indispensabile a cuocere le verdure.
L'importante è far raffreddare bene il ripieno e che le verdure siano tagliate in piccoli pezzi.

Iniziare a tirare la pasta. Consiglio di stenderne poca alla volta perché tende ad appiccicarsi.
Tirarla sottile e tagliare dei disci da 9 cm di diametro.
Adagiare il ripieno su ogni disco e chiudere bene.
 
La cottura
In una padella unta d'olio adagiare i ravioli.
Aggiungere un bicchiere di acqua calda e cuocere coperto per 5/6 minuti fino all'evaporazione dell'acqua.
Togliere il coperchio, aggiungere un cucchiaio d'olio e coprire di nuovo.
Cuocere per altri 2 minuti.

Non girare mai i ravioli durante la cottura.
La parte inferiore dei ravioli avrà una stupenda crosticina croccante, sopra invece saranno morbidi e umidi. Deliziosi!




P.S. Scusate le foto, sono fatte con il telefonino. Pigrizia!