giovedì 15 aprile 2010

LA PIDAZZA E ALTRE STORIE

Si parlava di ricette facili facili? Di quelle che quasi quasi è capace anche il mio gatto? Ecco.
E si parlava anche di voglia di pizza? Bè quella non manca mai.
Quindi se sei proprio negato in cucina, se hai tanta voglia di pizza e sei per qualche motivo impossibilitato ad andare in pizzeria, io consiglio la PIDAZZA.
Come suggerisce il nome, si tratta di una piadina abilmente trasformata in pizza.
Si prende la piadina (do per scontato che sia una cosa che avete in casa. Io me le faccio e poi le conservo in freezer, si scongelano velocemente !), la si posiziona su una padella antiaderente, si scalda da una lato, si gira e si farcisce come una pizza. Si scalda ancora un po' ed è pronta! Rimane croccante ed è buonissima.

… e questa era la Pidazza, ora le altre storie...

La voglia è sempre quella di cose sfiziose e filanti, quindi: una bella torta salata. Io e il mio bellissimo coinquilino, dopo svariate prove, abbiamo eletto questa LA PASTA PER TORTE SALATE. Anche per questa ricetta i tempi e le difficoltà sono minimi.

Ingredienti:
250 g di farina 00
un cucchiaino di sale
un cucchiaino di lievito per torte salate istantaneo
100 gr di acqua calda
100 g di olio di semi (a scelta, l'ultima volta ho usato l'olio di semi di mais ed è venuta buonisima9

Esecuzione:
Prendi un contenitore con coperchio. Inserisci tutti gli ingredienti nell'ordine. Chiudere la ciotola. Sbattere energicamente per 2/3 minuti. Pasta pronta. Si farcisce a piacere e si inforna a 180° per 40 minuti circa (dipende poi dal forno).

Entrambi i piatti si possono gustare in svariati modi:
- se è brutto tempo davanti alla tv, consiglio un bel film rock'n'roll tipo: “I love Radio Rock” o il mitico “The School of Rock”
- se è bel tempo, cosa c'è di meglio di un pic nic?

lunedì 5 aprile 2010

il Maiale & la Mela

Piatto a prova di nerds occhialuti dalle abilità manuali ridotte, che di solito si esprimono solamente tra i tasti di una QWERTY e i controller della PS, intellettuali dalle fattezze preumane, maschioni da chiave inglese, ometti viziati e privi di esperienze vitali e culinarie, e dei corrispettivi femminili di questi gruppi sociali.
Con questa ricetta anche i lettori appartenenti alle categorie descritte appena sopra possono avere una chance di successo tra i fornelli ... anche perchè non dovranno proprio usare i fornelli, evitando cosi di poter bruciare l'olio e/o cercare di raffreddarlo con acqua fredda (l'ho visto fare, e purtroppo ero nella stessa stanza di chi lo ha fatto !!!), ed evitando di far incancrenire residui sul fondo della padella.
Inoltre, se presentato con congruente fare retorico, il piatto che ne risulterà, avrà la proprietà di evocare sensazioni ed immagini di primitivo erotismo favorendo cosi la diffusione di un'atmosfera seduttiva da sfruttare adeguatamente; documentatevi quindi sulla storia e tradizione del frutto del peccato (la Mela, ovvio), spunti interessanti li trovate nel libro "Nel giardino del diavolo" http://www.libreriauniversitaria.it/giardino-diavolo-storia-lussuriosa-cibi/libro/9788871082004 .

Bene, veniamo alla ricetta realizzabile in 4 mosse !
Prima di compiere le mosse però avrete bisogno di predisporre materiali e utensili cosi come nel breve elenco che segue:
- salsicce grosse (2 a persona) tagliate a metà nel senso della lunghezza e liberate dal budello (trattatele bene, non distruggetele e non sbriciolatele troppo);
- mele (una mela a persona) sbucciate e tagliate a pezzetti di circa 1cm x 1cm x 0,5 cm;
- una teglia di vetro rivestita di carta da forno;
- un forno tra i 200 e i 230 gradi di temperatura;
- cannella in polvere e pepe in polvere;
- una spatola da cucina, o altro utensile adeguato, per impiattare la pietanza.

Ci siamo ? Ci siete ?
Ora dovreste avere tutto davanti ai vostri occhi, nella speranza che siate arrivati a questo punto senza ferirvi e senza ridurre la cucina a un casino: pronti ad affrontare i 4 movimenti che vi condurranno al successo!

1) disponete le salsicce aperte sul fondo della teglia;
2) distribuite i pezzettini di mela sopra le salsicce;
3) spolverate con la cannella e il pepe;
4) infornate.

Puntate una sveglia a 20/25 minuti da ora, e quando suona estraete la teglia dal forno e servite al/alla vostro/a ospite.
Nel frattempo (e durante la cena) bevete birra scura non filtrata o un vinello rosso leggero.

Canzone da associare: "Buena" (Morphine - Cure for pain)

Non appena l'ospite si prodigherà in espressioni di stupore voi potrete introdurre una discussione su come sia perfetto il connubio tra la crapulenta e suina salsiccia e l'ingenua e diretta seduttività della mela, tra l'acre sapore e forma maschile della carne e la dolcezza sottilmente acidula del frutto femminile, e su come il tutto sia perfettamente annaffiato dai preziosi nettari che con adeguata frequenza riempiono i vostri bicchieri.

Buona Serata !

giovedì 1 aprile 2010

LE MANTOVANE VENETE



Pasticciare con il lievito di birra è la cosa che preferisco fare in cucina.
Mi diverto a cucinare e soprattutto mi piace mangiare: pizze, pane, focacce dolci e salate, brioches...
In vita mia ho provato centinaia di impasti diversi alla ricerca di quello definitivo.
La vera sfida quando impasto è ottenere un impasto leggero e digeribile e che si conservi il più a lungo possibile. Sarà capitato a tutti che il pane fatto in casa pesasse tantissimo o diventasse troppo duro già al secondo giorno.
Le mie ricerche dell'impasto perfetto partono dalla scelta della farina e continuano passando attraverso innumerevoli trucchi letti in giro: impasto molto idratato, impasto senza impasto, lievitazione lenta e lievitazione rapida, uso di poco lievito, uso del malto d'orzo, pentolino d'acqua dentro al forno, impasto a mano, impasto con impastatrice, lievitazione al sole, coperta, scoperta, impastare a lungo, impastare pochissimo... insomma... non penso di aver mai usato lo stesso impasto per due volte di seguito.
I risultati sono più o meno soddisfacenti, il mio problema è che continuo a leggere ricette e ogni volta scopro un nuovo metodo da provare.
Per esempio mi manca l'esperienza con la pasta madre, con il lievito liquido e, ultima delle mie scoperte, con lo sfarinato d'impasto (mi spiegherò meglio quando farò le prove).
Il mio sogno è avere un forno a legna... magari un giorno!!

Comunque l'esperimento di domenica sono state le mantovane, ovviamente in variante veneta!
Vabbè!!
Non ho fotografato le varie fasi perchè ero a casa sola e se non c'è Enrico, non mi penso proprio di fare le foto. L'impasto è un impasto “normale”, vedrete la ricetta, non c'è niente di strano. La particolarità della ricetta sta nella lavorazione. L'impasto viene steso e arrotolato per due volte, io ho utilizzato la nonna papera.

Le mantovane
400 gr di farina 00
100 gr manitoba
15 gr di lievito di birra
220 ml di acqua
1 cucchiaio di strutto
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di malto o miele

Ho impastato con il bimby, comunque il procedimento in questo caso non ha molta importanza. Bisogna ottenere un impasto solido, non appiccicoso. Deve lievitare almeno 30 minuti.
Quando faccio lievitare un impasto cerco di metterlo al caldo, magari avvolto con una bella coperta e soprattutto cerco di non disturbarlo, come se stesse dormendo. Quindi non spostarlo o fargli prendere aria, non fare troppo casino... deve stare tranquillo.
Una volta lievitato ho ripreso l'impasto e l'ho diviso in 8 pezzi. Con la nonna papera ho steso ogni pezzo, facendolo passare per due volte sull'uno e per due volte sul due. Ho arrotolato ogni pezzo, per poi ripassarlo nella nonna papera sempre sull'uno e sul due. Viene fuori una striscia lunga da arrotolare nuovamente. Quella sarà la nostra mantovana. Una volta formati tutti gli otto panini ho rimesso a lievitare direttamente sulla placca del forno, coperti di pellicola trasparente e strofinaccio. Passati altri 30 minuti minimo, si può accendere il forno a 240° circa. Quando il forno è caldo si fa un taglio lungo tutto il panino, così in cottura si apre bene e prende la tipica forma.
A questo punto ho infornato. La mia malattia per gli impasti prevede anche l'ammirazione mentre cuociono: mi piace vedere come crescono e si trasformano dentro il forno.
Quando mi sembravano pronti (20 minuti circa con il forno bello caldo), ho spento il forno e li ho tirati fuori. Ne abbiamo mangiati subito tre, belli caldi con la mortadella. Eccezionali. Gli altri sono finiti nei giorni successivi e hanno tenuto abbastanza. Al secondo giorno li ho comunque un po' scaldati per renderli più buoni, ma in fondo lo faccio anche con il pane comprato! Da rifare...