Mio papà è un rompiballe: è super
esigente, testardo, litigioso, orgoglioso e parla troppo.
Io sto diventando ogni giorno che passa
più simile a lui, tranne per il parlare troppo!
Ci litigo quasi ogni giorno e mi fa
prendere delle incazzature incredibili.
Ovviamente lo adoro, è la persona che
mi fa più ridere, è generoso, onesto e coerente.
Ha avuto una vita piena di avventure e
sacrifici, almeno fino a quando si è ritirato nel suo piccolo
paradiso, fatto di orto, giardino e casa.
In famiglia non siamo abituati a grandi
dimostrazioni d'affetto, niente abbracci o baci, però da sempre ci
coccoliamo con il cibo. Per questo ho deciso di preparargli la torta
più bella e golosa che abbia visto in giro ultimamente, questa.
Marina la chiama la “torta della
regina”, io per l'occasione la chiamo la “torta del re”.
Come vedrete il risultato finale è
piuttosto diverso dall'originale. Effettivamente preparare questa
torta è stato più complicato del previsto: ho sporcato tantissime
cose tra ciotole cucchiai e mestoli, ho schizzato cioccolato ovunque
e dichiaro ufficialmente che odio la sac a poche.
Gli strati di pasta sono venuti
sottili, troppo sottili, e non riesco proprio a capire cosa sia
andato storto.
Inserisco la ricetta come l'ho fatta
io, senza grandi stravolgimenti, ho solo aumentato le dosi.
TORTA DEL RE
270 gr di farina
165 gr di burro
4 uova
165 gr di zucchero a velo
35 gr di cacao amaro
mezza bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
Per lo sciroppo:
50 gr di zucchero
1 dl di acqua
2 cucchiai di crema al whisky
Per la ganache:
220 gr di cioccolato fondente
125 gr di panna fresca
Ricordarsi di tirar fuori dal frigo il
burro un paio di ore prima di preparare la torta.
Preparare lo sciroppo, mettendo lo
zucchero e l’acqua sul fuoco e facendo bollire per 2 minuti.
Spegnere e far intiepidire dopodiché aggiungere il rum (nel mio caso
cream al whisky).
Setacciare la farina e il lievito e
dividere in due ciotole. In una aggiungere il cacao.
Lavorare il burro a crema, aggiungere
lo zucchero a velo e la vanillina e poi le uova una alla volta.
Dividere l'impasto di
uova-burro-zucchero nelle due ciotole di farina e mescolare i due
impasti.
A questo punto entra in scena la sac a
poche, anzi le sac a poche. E le teglie, se si ha la fortuna di
averne più di una della stessa misura.
Io non ho teglie da 20 cm di diametro
così ho usato due teglie da 26 cm ed ho tagliato una volta cotta la
pasta per avere una tortina più piccola. Probabilmente è per questo
che la pasta è venuta più bassa di quella di Marina, nonostante
avessi aumentato le dosi.
Con i due impasti si iniziano a formare
degli anelli nella tortiera, alternando l'impasto bianco e quello
nero. Infornare a 180° per 10/12 minuti. Togliere dal forno il disco
di pasta e, ancora caldo bagnarlo con lo sciroppo preparato in
precedenza.
Ripetere l'operazione per tre volte
iniziando il giro una volta con l'impasto bianco e una volta con
quello nero.
Finita l'operazione pasta si prepara la
ganache portando a ebollizione la panna e versandoci il cioccolato
tritato. Una volta fredda distribuire la ganache su tutta la
superficie della torta livellandola per bene. Io non ho fatto
ulteriori decorazioni perchè ero ormai stremata, ho solo spolverato
la superficie con riccioli di cioccolato bianco e nero.
La abbiamo mangiata oggi, dopo averla
tenuta in frigo tutta la notte e la mattinata.
Forse doveva scaldarsi ancora un po',
comunque è venuta buona.
Mi faccio una critica da sola: la torta è
risultata un po' troppo asciutta. Ho omesso il velo di marmellata tra
gli strati perché non mi ispirava molto, ma probabilmente serve a
tenere tutto un po' più umido.
Abbiamo comunque apprezzato,
festeggiato compreso.
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